Bisogna fare una grande partita, questa l’unica arma del Rieti per uscire fuori dalla nebbia che in questi giorni sta caratterizzando il lavoro di Mosconi al Rietello. Allo Scopigno si presenta un Pomezia che vuole restare al passo della capolista Aranova, ma per gli amarantocelesti saranno 90’ da dentro o fuori, come una vera e propria finale. Fare bottino pieno vorrebbe dire tanto, soprattutto a livello morale; altri risultati porterebbero nuovi scossoni che sposterebbero la visione stagionale su altri obiettivi, molto lontani rispetto a quelli proclamati ai nastri di partenza.
La nebbia che avvolge la squadra è fatta di scelte che non sono ancora del tutto spiegabili. Dopo la rescissione del ds Pagliaroli iniziano a fare un passo indietro anche i giocatori. Il primo ad aver deciso di andare via è Marco Ortenzi. Capitano nella passata stagione e uno dei protagonisti assoluti dello scorso campionato. Doppia cifra di gol e assist che gli è valsa la riconferma ad agosto, poi l’arrivo di Tirelli, la perdita della fascia, l’addio di Scaricamazza e il cambio tecnico con l’acquisto di Proia: troppi fattori che hanno inciso sulla scelta del centrocampista. Un duro colpo anche per i tifosi che ieri lo hanno salutato con affetto al centro sportivo. Da capire cosa farà Dovidio, assente per scelta tecnica con il Campus Eur e a colloquio con la società per delineare il suo futuro che sembra essere sempre più lontano dal Terminillo.
Intanto Mosconi attende i rinforzi soprattutto per la difesa. Sfumato Scalon, troppo alto l’ingaggio di Conson, e allora il club ha virato su Andrea Tinti. Il difensore classe ‘99, scuola Roma e Ternana, porterebbe nuova linfa ad un reparto che al momento sta ballando troppo. Domenica contro Damiani e Rossi (quest’ultimo relegato in panchina dal Pomezia nelle ultime uscite) bisogna alzare l’attenzione al massimo per evitare la debacle.
